OtellO
nuova produzione 2021
OtellO
liberamente tratto da The Tragedy of Othello, the Moor of Venice di William Shakespeare
progetto e realizzazione Kinkaleri – Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco | con Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Daniele Palmeri, Michele Scappa | musiche originali Canedicoda | luci Kinkaleri, Giulia Barni | produzione Elena Conti | organizzazione Gaia Fronzaroli | assistente alla regia Simone Schiavo | produzione Kinkaleri/KLm, Teatro Metastasio di Prato | con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura, Regione Toscana
Kinkaleri esplora una delle più famose tragedie shakespeariane come luogo per dare alle parole il potere di essere e diventare OtellO. Un testo da esplorare sotto un segno chiaro, nella ricerca di un Corpo che contenga simultaneamente Parola e Suono per raccontare se stesso e ciò a cui allude. Il potere che il linguaggio ha nell’imporre piegature e distorsioni alla realtà, si allunga come un’ombra sui corpi che aderiscono allo spazio come a un destino. Una scrittura/corpo che della vicenda non assume le sembianze dei personaggi, né la loro condizione psicologica, ma cerca direttamente nella dinamica, nelle forze e nelle tensioni prodotte dai corpi, di essere diretto antagonista della menzogna di un mondo generato dalle parole. Il suo unico, inalienabile potere di non poter mentire. Individuale/collettivo si ricolloca al centro della scena per ribadire la sua necessaria presenza.
Per Kinkaleri OtellO è l’occasione di una riscrittura coreografica che cerca di assumere su di sé, ancora una volta, le tensioni della rappresentazione contemporanea nel momento transitorio e ambiguo che abbiamo la (s)fortuna di vivere. Una rinnovata età di passaggio, rifugio nella tradizione e nelle inevitabili fughe verso un futuro quasi presente. Nelle sue contraddizioni tra globale e locale. Nell’opposizione a una difesa delle identità e nella volontà di spogliarsene per pura vita. Nell’esaltazione del soggetto e nella necessità di trovare paradigmi di decifrazione collettiva condivisa. Nella sua volontà di erigere muri o non avere stati. Nel suo essere e poter essere ancora più vibrante, prima che l’umano cessi di essere solo umano.
OtellO
selezione rassegna stampa
OtellO
di Marco Menini – Hystrio (Gennaio-Marzo 2022)
[…] Kinkaleri presenta un lavoro interessante, coraggioso, che riesce a non distaccarsi dal cuore della tragedia senza essere mai mera rappresentazione. Una riscrittura coreografica e non solo. Nessuno diviene personaggio della storia, nessuno ne rappresenta la tormentata psicologia, ma tutti, nessuno escluso, partecipano a un “meccanismo” entropico, dove le tensioni e le forze espresse in scena, nell’incrocio continuo di corpi, deflagrano per poi essere di nuovo ricondotte nella spirale dinamica. E l’evocativo titolo OtellO, con le due “o” maiuscole, evoca un dire, ma più che un dire un “tentare di rivelare” tutte le dinamiche di scontro, di energie dalle quali i quattro protagonisti sono sempre attraversati e trascinati, mentre lacerti di testo rimbalzano di performer in performer. Fino a un bel finale dove l’imponente scenografia si prende la sua parte. [continua a leggere]
SOTTO LA TENDA SHAKESPEARE SI METTE A NUDO
di Gabriele Rizza – Il Manifesto
https://ilmanifesto.it/sotto-la-tenda-shakespeare-si-mette-a-nudo/
[…] Rigenerati, i corpi tornano alla luce, un fiore che sboccia alla maniera delle figure acquatiche di Esther Williams. I 4 performer di OtellO, Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Daniele Palmeri, Michele Scappa, pedinati dalle sonorità di Canedicoda, creano una partitura altamente fisica, che sottolinea la frattura espressionista del movimento, incapace di reggere il confronto con la parola poetica. La raffigurazione del verbo scespiriano si immerge plasticamente nell’energia, nella tensione che l’equilibrismo fisico riesce a trasmettere. Se questo era l’obiettivo i Kinkaleri l’hanno raggiunto.
OTELLO DI KINKALERI, RECENSIONE IN TRE ELEMENTI
di Giuseppe Di Lorenzo – Altre Velocità
https://www.altrevelocita.it/otello-di-kinkaleri-recensione-in-tre-elementi/
[…] OtellO si divide in tre elementi, una tricromia composta dal testo, dal corpo e infine dalla relazione tra questi due, ma più che una somma di singoli fattori ciò che mette in luce lo spettacolo è il rapporto di forza tra di essi, quell’incostante equilibrio dove si celano le chiavi di lettura, l’ambiguità probabilistica della realtà. […]
Raccontare il presente tramite i corpi non è certo una novità per Kinkaleri, ma non per questo OtellO è un’opera ripetitiva o autoreferenziale; anzi vi è una lucida scrittura soggiacente e la capacità di far confluire diversi elementi molto complessi, almeno sulla carta, in un finale assolutamente leggibile e anche spettacolare. […]
CORPO – LINGUAGGIO IN OTELLO DI KINKALERI
di Michele Pascarella – Gagarin Magazine
https://www.gagarin-magazine.it/2021/11/visto-da-noi/corpo-linguaggio-in-otello-di-kinkaleri/
[…] Verità, nel caso di Kinkaleri, può forse significare: possibilità di divenire / (pro)porsi come linguaggio. Niente di più e niente di meno. Ed è comunque questione smisurata, oggi più che mai, in un tempo in cui tutti siamo più o meno intrisi di quella che Baudrillard chiamava estasi della comunicazione, stante la vertiginosa possibilità che la tecnologia offre di soddisfare immediatamente ogni spinta comunicativa. Menzogna della parola. O meglio, forse: impossibilità a significare, cioè a circondare quel vuoto che il lavoro di Kinkaleri da tempo cerca di sguardare. […] A lungo si potrebbe continuare con il gioco dei rimandi, veri o presunti che siano, fino al finale in cui i quattro posti in cerchio respirano, aprendosi e chiudendosi, sotto a un grande pannello obliquo che funziona come gli ambienti resi estetici ed erotici dalle macro-installazioni di Richard Serra, passando dalle Macchine celibi di Jean Tinguely e alle mastodontiche, celeberrime coperture di Christo e Jeanne-Claude: celare per creare nuovo sguardo. Per concludere: ciò che questo OtellO pare attraversare è la questione dell’ineluttabilità, o meglio della datità, del corpo come unica possibilità di significazione (prima e al di là di ogni sentimentalismo, narrazione, comunicazione). «Dire qualcosa è sempre fare qualcosa», ci insegna la Teoria degli Atti Linguistici (Austin, 1962). Kinkaleri sembra ribaltare la questione: fare qualcosa è l’unico modo per dire qualcosa… no?
OTELLO, LA DANZA TEATRO DEI KINKALERI
di Matteo Brighenti – PAC PaneAcquaCulture
http://www.paneacquaculture.net/2021/11/25/otello-la-danza-teatro-dei-kinkaleri/
Recitare è l’azione del dire. La voce è il suo strumento: è il tramite fra il respiro e la parola, fra il pensiero e l’ascolto. I Kinkaleri sovvertono questo assioma della scena, questa natura incontestata del palcoscenico: nel sorprendente OtellO parlano – alla lettera – i corpi. Al Teatro Fabbricone di Prato Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Daniele Palmeri, Michele Scappa, incarnano la lingua di William Shakespeare nel profondo di ogni fibra. Interpretano la tragedia del moro di Venezia traducendola con un alfabeto di “danza teatro”, che mette in danza il teatro: alle lettere si affiancano i muscoli, alle frasi i movimenti, i gesti. La storia diventa così un filo che si distende con i quattro portentosi danzatori (gli stessi di ManYmucHKisskKIssYou) e si avvolge attorno a loro, nel rincorrersi di figure che si compongono e scompongono senza sosta, come i respiri, i battiti, le pulsazioni di un destino comune. […] C’è poesia e politica, bestialità e dolcezza, in questo Shakespeare riletto e rivisto all’insegna del “recitar danzando”, una linea di ricerca coreografica che i Kinkaleri proseguono e perseguono da almeno un decennio, dal progetto All! fino all’Inferno.
[…] OtellO, in definitiva, è uno scavo sull’identità, su ciò che siamo, o meglio su chi ascoltiamo per essere ciò che siamo.
“OtellO” di Kinkaleri
Artext – Massimo Conti
Dialogo
http://www.artext.it/Artext/OtellO.html